Il Carnevale di Milano

A Milano si hanno tracce di atmosfere ‘carnascialesche’ intorno al secolo XII, quando all’interno dei castelli iniziarono a girare maschere e menestrelli di corte che avevano il compito di rallegrare ed intrattenere gli ospiti dei signori; già dal XV secolo invece, la festa del Carnevale si svolgeva davanti al Duomo, in un susseguirsi di spettacoli sacri e profani e numerose rappresentazioni in cui le maschere erano costituite dalla gente del popolo.

Differentemente da quanto accade nelle altre città d’Italia, a Milano il Carnevale non termina il martedì grasso ma il sabato seguente, dando luogo al cosiddetto Carnevalone, caratterizzato da quattro giorni di ulteriori festeggiamenti.

La decisione di posticipare l’inizio delle liturgie quaresimali, secondo la leggenda, è attribuita all’epoca in cui il Vescovo S.Ambrogio, impegnato in un pellegrinaggio, chiese ai cittadini di attendere il suo ritorno per celebrare il rito delle Ceneri; per questo motivo è conosciuto come Carnevale Ambrosiano.

Ancora oggi i milanesi amano festeggiarlo organizzando eventi e manifestazioni di vario genere con sfilate di carri allegorici in un clima goliardico che avvolge l’intera città.

Protagonista indiscussa, sin dalla fine del ‘600, è la maschera di Meneghino, che incarna il servo arguto e di buon cuore che si burla dei difetti dei nobili e le caratteristiche tipiche dei milanesi come la laboriosità e la generosità.

Solitamente è raffigurato con una lunga giacca rossiccia e marrone, camicia gialla con pizzo ai bordi , pantaloni corti di colore verde, un fazzoletto intorno al collo ed in testa una parrucca con codino alla francese ed il tricorno (un cappello con tre punte). In mano, un ombrellino rosa, che simboleggia un po’ anche la sua origine, la maschera infatti deve il suo nome a ‘Domenighin’, tradizionalmente il servo che la domenica accompagnava le nobili donne milanesi a passeggiare oppure in chiesa.