Il Patrono
Vescovo della città dal 374 sino alla sua morte, Ambrogio fu un uomo dal carattere forte, molto amato dalla popolazione, contraddistinto da un grande senso della giustizia e che seppe sostenere non solo i diritti della Chiesa ma anche l’autorità dei suoi pastori, riuscendo ad imporre la sua figura come simbolo di libertà e pacificazione in un’epoca caratterizzata da grandi trasformazioni culturali e sociali. Esercitò una forte influenza sugli uomini che si succedettero alla guida dell’Impero Romano, contribuendo alla sua evoluzione politica, giuridica e amministrativa. Nato a Treviri, nel 339 da famiglia romana cristiana, giunse a Milano dalla Pannonia per ricoprire il ruolo di governante della provincia Emilia Liguria, si distinse per il suo intervento in merito al conflitto tra ariani e cattolici, acquisendo una crescente autorità all’interno dell’Impero; in seguito alla morte del suo predecessore Aussenzio, ricevette, ancora catecumeno, l’episcopato di Milano e la consacrazione avvenne il 7 dicembre del 374.
Tra i suoi meriti, vi è quello di aver unificato la liturgia (a lui si deve l’introduzione del rito ambrosiano) e di aver dato un significativo impulso al monachesimo. Politicamente dimostrò coraggio e determinazione nell’opporsi al potere temporale degli imperatori,ottenendo da Teodosio il primo atto esplicito di sottomissione dell’autorità imperiale a quella spirituale, gettando le basi alle successive concezioni del rapporto chiesa-impero.
Donò tutti i suoi beni alla chiesa milanese, utilizzando il Tesoro ecclesiastico per riscattare la vita dei prigionieri cristiani.
Morì a Milano nel 397.
Ogni anno, dal 7 dicembre sino alla domenica successiva, i milanesi celebrano con entusiasmo la ricorrenza dedicata al Patrono con cerimonie religiose, eventi culturali, fiere, con il tradizionale mercatino artigianale degli ‘Oh Bej Oh Bej’ e con la consegna, da parte del Comune, degli ‘Ambrogini d’oro’ a quelle associazioni e a quei personaggi che si distinguono per la loro opera a Milano.