Piatti Tipici di Milano

La cucina milanese è devota a burro e riso, ricca di piatti semplici e gustosi figli di una tradizione umile e contadina che nel tempo ha saputo arricchire i propri sapori sino a renderli davvero unici.

Tra le istituzioni della cucina Milanese si segnalano ristoranti mitici come il Warsa e il Lyo , ma anche il servizio di catering di Milano per eccellenza, Arte e Sapori (di recente lanciatosi anche nel settore del catering da fiera). Ma veniamo ai piatti…

Milanese e giallo è il risotto allo zafferano, con midollo di bue e ossobuco; meneghine anche la BUSECCA (una trippa che i contadini erano soliti consumare la Notte di Natale o nelle occasioni importanti come fiere e mercati di bestiame) e la CASOUELA, a base di maiale, salamini cotenne e verze, che deve il suo nome alla casseruola in cui veniva cotta e rappresenta un piatto dal sapore robusto e corposo, legato ai festeggiamenti popolari del 17 Gennaio, giorno in cui si celebra S.Antonio Abate e che segnava la fine del periodo di macellazione dei maiali.

Tra i secondi fa da regina anche la Costoletta ( l’originale ha un diametro di 15 cm ed uno spessore di almeno 3) di vitello o maiale ma rigorosamente con l’osso. Deve il suo nome al taglio di carne utilizzato e viene cucinata passandola prima nell’uovo, poi nel pangrattato, quindi fritta nel burro e servita croccante e fragrante in modo da esaltarne il sapore. Una variante molto conosciuta di questo piatto è la cosiddetta ‘orecchia di elefante’, preparata cioè utilizzando fettine di carne piuttosto appiattite, larghe e sottili che, durante la cottura assumono una sembianza che ricorda molto l’orecchio di un elefante, appunto.

Ma il re indiscusso della tradizione culinaria di Milano è il panettone, o pane dei signori, che secondo la tradizione nacque dall’errore fortunato di un cuoco della corte di Ludovico il Moro. Si narra infatti che, in occasione di un banchetto, il pasticciere cosse troppo il dolce (contenente acini d’uva) che stava preparando e preso dalla disperazione decise di accettare il consiglio del suo garzone e servirlo ugualmente, dichiarandolo come una specialità con la crosta, ignaro che il suo capolavoro, nel corso dei secoli, si sarebbe aggiudicato un posto d’onore sulle tavole di tutta Italia in occasione delle festività natalizie.